Riconoscimento dei figli di coppie omossessuali: il Parlamento europeo condanna l’Italia per il divieto a registrare i bambini delle coppie gay

Il parlamento europeo fa chiarezza sui diritti dei bambini figli di coppie omogenitoriali approvando, in seduta plenaria a Bruxelles, un emendamento con il quale si “condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali”.

L’emendamento con il quale il Parlamento EU condanna l’Italia prende iniziativa da quanto sta accadendo in queste settimane, dove su impulso del Ministero dell’Interno che, con circolare n. 3/2023 del 19 aprile, chiedeva puntuale comunicazione ai Sindaci della sentenza n. 38162, emessa dalla Cassazione a SS.UU, il 30 dicembre 2022, la prefettura chiedeva al Comune di Milano di bloccare il rilascio dei certificati anagrafici ai bambini figli di coppie dello stesso sesso.

Tale si traduce, per il Comune milanese e non solo, in un divieto di trascrizione integrale dei provvedimenti stranieri nei quali si riconosce il rapporto di filiazione tra i bambini nati da maternità surrogata (e non solo, essendo il riferimento molto più ampio) ma, in rispetto agli indirizzi contenuti nella sentenza della Cassazione del 30 dicembre, nella possibilità di riconoscere solo il rapporto genitoriale tra il bambino frutto della pratica riproduttiva e il padre biologico (ossia che ha apportato il materiale genetico per mezzo di donazione del seme). 

Quanto appena detto, significa che il bambino si vedrà riconosciuto, almeno inizialmente, il rapporto di parentela solo con uno dei genitori, potendo figurare solo il genitore cha abbia un legame biologico con il nato sul certificato di nascita formato in Italia. Mentre, per vedersi riconosciuti i propri diritti di figlio nei confronti del secondo genitore (c.d. solo “intenzionale”), dovrà quest’ultimo ricorrere ad un giudice e richiedere di adottare il “figlio del partner”, allo stato dell’ordinamento attuale in Italia si mette a disposizione l’istituto dell’adozione in casi particolari, art. 44, l. 184/83 lett. d).

L’imposizione del governo italiano ha dunque attirato l’interesse del Parlamento EU che, nel già citato emendamento, sostiene e sottolinea come la decisione italiana costituisca un rischio che:

“porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il Governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione”

In base a quanto detto, ancora nulla cambia in merito al riconoscimento dei figli di coppie omossessuali nati all’estero da Gestazione per altri, non essendo ancora previsto nessun obbligo per l’Italia in tal senso. 

Sicuramente, anche in base alla situazione politica attuale italiana, che vede maggioranza e opposizione fortemente contrastanti sul tema, vi saranno comuni che continueranno con la registrazione integrale dei certificati di nascita stranieri e altri che seguiranno alla lettera quelli che sono i principi di diritto in materia (con tutti i limiti annessi che l’ordinamento italiano presenta): 

Ossia, continueranno a riconoscere parzialmente il vincolo famigliare creatosi tra il bambino e la coppia omogenitoriale, registrando in prima battuta solo il rapporto di filiazione biologico e, in un momento successivo, su ricorso del genitore intenzionale, toccherà ancora ai giudici concedere la via dell’adozione. 




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