{"id":3049,"date":"2017-07-19T19:50:15","date_gmt":"2017-07-19T16:50:15","guid":{"rendered":"http:\/\/intraius.com\/?p=3049"},"modified":"2018-11-30T18:03:22","modified_gmt":"2018-11-30T15:03:22","slug":"io-e-adriano-finalmente-padri-grazie-ai-soldi-per-lutero-in-affitto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/intraius.com\/it\/io-e-adriano-finalmente-padri-grazie-ai-soldi-per-lutero-in-affitto\/","title":{"rendered":"Io e Adriano finalmente padri, grazie ai soldi per l\u2019utero in affitto"},"content":{"rendered":"
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\\n \\n\\nDi che cosa parliamo quando diciamo, sbrigativamente, \u00abutero in affitto\u00bb? Di quale giro d\u2019affari, di quali sofferenze, di quale modello genitoriale? E, soprattutto, \u00e8 ancora possibile immaginare di fermare un processo globale che non solo \u00e8 pienamente in atto, ma che, sommandosi alla procreazione medicalmente assistita, riguarda gi\u00e0 milioni di persone, compresi – secondo stime attendibili – circa cento bambini italiani ogni anno con la sola gestazione per altri?\\n\\n \\n\\nGESTAZIONE PER ALTRI<\/span> <\/strong>\\n\\n\u00abSpero che tutto si risolva. E che Dio offra la capacit\u00e0 di amare a queste persone piene di dubbi\u00bb. Si affida all\u2019Onnipotente la cattolica madre surrogata messicana Laura Hernandez e lo fa in un sms inviato all\u2019avvocato Michele Falcone, fidanzato da 17 anni con l\u2019organizzatore di eventi Adriano Visinoni.\\n\\nFalcone e Visinoni convivono a Vimercate, in Brianza, e da quindici mesi sono diventati pap\u00e0, anche se ufficialmente solo Michele pu\u00f2 rivendicare il ruolo. In paese la loro famiglia \u00e8 stata accolta bene, ma Laura \u00e8 preoccupata perch\u00e9 il dibattito italiano sulla \u00abgestazione per altri\u00bb, o \u00abutero in affitto\u00bb – come lo definisce chi trova la pratica spregevole – ha attraversato l\u2019oceano. E lei si \u00e8 spaventata. Che cosa succeder\u00e0 ai piccoli? Ve li porteranno via? Perch\u00e9 questo cardinal Bagnasco dice che \u00abi bambini non sono un diritto\u00bb? \u00abNoi siamo una famiglia e le famiglie si amano e si appoggiano\u00bb, scrive Laura, che, stando all\u2019analisi sgradevolmente sbrigativa del ministro Lorenzin sarebbe un\u2019\u00abultraprostituta\u00bb. \u00c8 stata lei, infatti, a portare in grembo per nove mesi i gemelli di Michele e Adriano. Nei messaggi di questi giorni usa frasi brevi e secche e cerca un equilibrio, anche narrativo, perch\u00e9 sa che l\u2019eccesso di melodramma pu\u00f2 essere di cattivo gusto quanto la mancanza di compassione. \u00abChi dice che mi avete sfruttato \u00e8 fuori strada. Il mio \u00e8 stato solo un gesto d\u2019amore\u00bb. Davvero?\\n\\nPer capire come si \u00e8 arrivati a questo gesto d\u2019amore \u00e8 necessario allargare il quadro e chiedersi che cosa significhi spingere una donna – o due – a diventare madre per conto terzi. Una domanda che riceve risposte diverse a seconda dell\u2019angolo del pianeta in cui viene posta e che alimenta un giro d\u2019affari stimato ufficiosamente in tre miliardi di dollari l\u2019anno, sostenuto all\u201980% da coppie etero e solo al 20% da coppie omo, anche se a dar retta al dibattito nostrano le percentuali sembrerebbero rovesciate.\\n\\n \\n\\nSTORIA DI MICHELE<\/span> <\/strong>\\n\\nSeduto in un bar nel centro di Milano, l\u2019avvocato Falcone ordina un t\u00e8, mostra orgogliosamente la foto dei gemelli sul cellulare e racconta la sua storia perch\u00e9 ha capito da un pezzo che impegnarsi significa smettere di barare. \u00abDa qualche anno sentivo questo bisogno di paternit\u00e0. Ne ho parlato a lungo con Adriano e alla fine abbiamo scelto la gestazione per altri, perch\u00e9 per noi coppie gay l\u2019adozione \u00e8 preclusa. Siamo benestanti, dunque ci siamo mossi\u00bb. Una ricerca cominciata su internet lo ha portato a mettersi in contatto con un istituto statunitense che opera in Messico. Lui ha messo lo sperma, soluzione che lo garantisce da qualunque contestazione legale, e una ragazza sudafricana, bianca, ha donato gli ovociti. \u00abHo scelto lei perch\u00e9 ha 28 anni e due figli. E aveva gi\u00e0 fatto due volte un\u2019operazione analoga. Mi ha colpito perch\u00e9 sul suo profilo spiegava quanto conti per lei la famiglia. Siamo ancora in contatto su Facebook. Ma soprattutto sono rimasto in contatto con Laura\u00bb. Laura allora.\\n\\nTrentadue anni, laureata in economia e commercio, due figli, un marito, un lavoro fisso. \u00abI nostri bambini sono cresciuti nel suo utero. \u00c8 stata un\u2019esperienza bellissima. E la sua \u00e8 stata una scelta consapevole. Un gesto d\u2019amore, appunto. Non ho dubbi che i nostri figli da grandi andranno a trovarla in Messico\u00bb. Arriva Adriano. \u00c8 brizzolato, sottile, piuttosto elegante. Si siede. Guarda Michele. Danno l\u2019impressione di amarsi bene.\\n\\nI figli di Laura li considerate fratelli dei vostri gemelli? \u00abNo\u00bb, dicono entrambi. Poi Michele aggiunge. \u00abVorrei solo che Adriano esistesse anche per la legge italiana come padre\u00bb. Vi \u00e8 mai venuto il dubbio di avere sfruttato le madri dei vostri piccoli? \u00abCi siamo fatti molte domande. Ma a questa la risposta \u00e8 sempre stata: no. Ai gemelli in ogni caso racconteremo tutto\u00bb. Il problema \u00e8 che non esiste un \u00abtutto\u00bb unico da raccontare.\\n\\n \\n\\nI NUOVI GENITORI<\/span> <\/strong>\\n\\nIl dibattito sulla liceit\u00e0 del ricorso alla gestazione per altri \u00e8 ancora acerbo, soprattutto da noi, e costringe i biologi ad affrontare con difficolt\u00e0 temi filosofici, i teologi a occuparsi maldestramente di scienza e la politica a rimbalzare da una posizione all\u2019altra a secondo delle convenienze elettorali. Peccato che sia il mondo globalizzato, e in continua evoluzione, a imporre la propria agenda.\\n\\nNel suo ufficio di Bologna, il professor Carlo Flamigni, gi\u00e0 ordinario di ostetricia e ginecologia e membro del comitato nazionale per la bioetica, nota che \u00abnel 2015 la prima bambina nata da una fecondazione medicalmente assistita ha compiuto 37 anni. Quella che allora era considerata un\u2019avventura eticamente discutibile dalle scienze biologiche oggi \u00e8 un\u2019esperienza che riguarda cinque milioni di esseri umani nel mondo\u00bb.\\n\\nOgni anno, attraverso un milione e mezzo di trattamenti in laboratorio nascono 350 mila bambini e il paese che ha il maggior numero di centri specializzati \u00e8 l\u2019Italia (oltre 200 contro i 107 della Francia). \u00abSiamo dunque di fronte a un nuovo paradigma, relativo non solo alla fertilit\u00e0 ma anche alla genitorialit\u00e0\u00bb, dice Flamigni.\\n\\nUn nuovo paradigma che la gestazione per altri sta visibilmente allargando, introducendo una serie di controindicazioni e problemi (pratici ed etici) che solo una scelta legislativa condivisa, per lo meno a livello europeo, sarebbe in grado di contenere. \u00abL\u2019idea che la maternit\u00e0 o la paternit\u00e0 siano un istinto e non un sentimento \u00e8 a mio avviso sbagliata. Basti pensare che in Gran Bretagna i brefotrofi nacquero nel Settecento perch\u00e9 il governo si stuf\u00f2 di trovare bambini morti per strada e che comunque all\u2019interno di quelle strutture la possibilit\u00e0 di sopravvivere era pari al 10%. I genitori non avevano grande interesse per i figli evidentemente\u00bb. Cambia la morale comune. Cambiano gli strumenti scientifici. Ed \u00e8 facile immaginare che nel giro di qualche decennio i rapporti sessuali avranno una funzione sostanzialmente ricreativa e non pi\u00f9 riproduttiva. Nel frattempo le decine di migliaia di persone che decidono di ricorrere alla surrogacy sono costrette a muoversi in una vera e propria giungla.\\n\\n \\n\\nIL MERCATO DEI CORPI<\/span> <\/strong>\\n\\n\u00abUna percentuale significativa di turisti della fertilit\u00e0 viaggia perch\u00e9 determinate forme di lavoro riproduttivo non sono accessibili nel paese d\u2019origine\u00bb, sostengono Melinda Cooper e Catherine Waldby, docenti australiane che per prime, in uno straordinario libro intitolato Clinical Labor, hanno valutato quanto e come la bioeconomia si sia sviluppata puntando soprattutto sul corpo delle donne, producendo questo giro d\u2019affari miliardario al quale Michele Falcone e Adriano Visinoni hanno contribuito con quarantamila dollari. Centomila in meno di quelli che avrebbero speso se Laura Hernandez fosse stata nordamericana. Negli Stati Uniti infatti, dove la logica commerciale non solo \u00e8 esplicita ma anche incentivata, il ricorso alla gestazione per altri costa mediamente 140 mila dollari. Ma pu\u00f2 raggiungere livelli molto pi\u00f9 elevati se la donna che mette a disposizione gli ovociti \u00e8 particolarmente avvenente e laureata. A quel punto \u00e8 lei a fare il prezzo, consapevole di far parte di un processo di selezione che punta a raffinare la razza. \u00c8 tutto chiaro. Palese. Regolato dalla legge.\\n\\nAntonio Brandi, presidente dell\u2019associazione ProVita ritiene inaccettabile la pratica della gestazione per altri, considerandola una forma pericolosa di sfruttamento del corpo delle donne e gira l\u2019Italia non solo per dire no alle coppie gay – introducendo un discutibile nesso tra utero in affitto e coppie omo – ma anche per mostrare il documentario vincitore del primo premio al Film Festival della California. Il documentario si intitola \u00abEggspolitation\u00bb e racconta le vicende di una serie di ragazze americane che vendendo ovociti hanno messo a repentaglio la vita a causa di emorragie, ictus e infarti. \u00abE\u2019 cos\u00ec che le grandi aziende fanno affari milionari sulla pelle, il sangue e la vita delle donne e dei bambini\u00bb. Il documentario dice il vero. Ma non dice la verit\u00e0. Che \u00e8 pi\u00f9 larga e complessa di cos\u00ec. Nei Paesi avanzati i livelli di sicurezza per le donatrici sono sempre pi\u00f9 elevati. E i controlli ai quali devono sottoporsi sono costanti e sofisticati. \u00c8 un problema di marketing, pi\u00f9 che di salute. Una donna che sta male non \u00e8 una buona pubblicit\u00e0.\\n\\nTema un po\u2019 meno sentito nei paesi dell\u2019Est, dove le ragazze che mettono a disposizione il proprio utero lo fanno spinte da uno stato di necessit\u00e0. \u00abDopo la caduta del muro le donne sono state espulse dal mercato del lavoro. E per garantirsi un\u2019esistenza dignitosa hanno dovuto affidarsi al corpo\u00bb, dice Flamigni. Tre le strade per metterlo a reddito: fare le badanti, prostituirsi, affittare uova e utero. Le giovani ucraine sono particolarmente richieste perch\u00e9 bianche, belle, forti e con gli occhi chiari. Perfette dunque per le facoltose coppie del Nord Europa. E anche per quelle italiane. \u00abSecondo i nostri dati ogni mese in Ucraina nascono almeno tre o quattro bambini italiani\u00bb, dice l\u2019avvocato Franco Antonio Zenna, che lavora a Barcellona per un gruppo (Subrogalia) che si occupa di fornire tutela legale a chi decida di tentare questa strada. \u00abSia chiaro che noi non facciamo intermediazione. Diamo per\u00f2 assistenza alle coppie che ce la chiedono. In Spagna arrivano ogni anno circa 700 bambini grazie alla gestazione per altri\u00bb. E in Italia? \u00abDati ufficiali non ce ne sono, non mi meraviglierei se i numeri fossero analoghi\u00bb. In realt\u00e0 i numeri sono molto pi\u00f9 bassi. Le stime parlano di cento bambini circa.\\n\\n \\n\\nLA SOLIDARIETA\u2019<\/span> <\/strong>\\n\\nEsistono comunque due tipologie di maternit\u00e0 surrogata. Quella a pagamento e quella per solidariet\u00e0, che si basa generalmente su un legame affettivo o sociale tra la gestante e la persona o la coppia di genitori a cui verr\u00e0 consegnato il bambino alla nascita. \u00c8 lo schema che viene utilizzato in Gran Bretagna e in Canada dove alle madri surrogate viene riconosciuto un rimborso spese legato alla perdita temporanea del lavoro e alle necessit\u00e0 legate alla maternit\u00e0. \u00c8 la terza via che cerca di trovare la mediazione tra la commercializzazione spudorata statunitense e la messa a reddito dell\u2019utero per necessit\u00e0 che avviene nell\u2019Europa dell\u2019Est. Il mercato esiste. \u00c8 quotidiano. \u00c8 possibile e giusto fermarlo o \u00e8 normale e inevitabile regolarlo? \u00abA me sembra che esista \u201cla presunzione in favore della libert\u00e0\u201d, come sosteneva J. S. Mill\u00bb, dice il dottor Flamigni, ma \u00e8 proprio su questa valutazione che il Paese si \u00e8 spaccato , incapace di rispondere a due domande di ordine generale. La prima: se – come sostiene Bagnasco – \u00abi figli non sono un diritto\u00bb, che cosa raccontiamo ai cinque milioni di persone nate secondo modalit\u00e0 \u00abnon tradizionali\u00bb? La seconda, meno diretta, ma forse pi\u00f9 significativa: siamo in grado di mutare le opinioni ereditate dall\u2019etica tradizionale considerando che la vita nascer\u00e0 con sempre maggiore frequenza da meccanismi che nulla hanno a che vedere con l\u2019unione fisica tra un uomo e una donna?”}]}],”section_settings”:””},”scripts”:{},”css”:{},”css_page”:””,”template_setting”:{“settings”:{“id”:”settings”}},”template_setting_top”:{},”page_setting”:{“settings”:[“lock-mode-off”]},”post_type_setting”:{“settings”:{“image”:”https:\/\/beta.intraius.com\/wp-content\/uploads\/2018\/11\/io-e-adriano.jpg|563|1000|5183″,”excerpt”:””,”extra_1″:””,”extra_2″:””,”icon”:{“icon”:””,”icon_style”:””,”icon_image”:””}}}}<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" {“main-title”:{“component”:”hc_title”,”id”:”main-title”,”subtitle”:””,”title_content”:{“component”:”hc_title_image”,”id”:”title-image”,”image”:”https:\/\/beta.intraius.com\/wp-content\/uploads\/2018\/11\/io-e-adriano.jpg|563|1000|5183″,”full_screen”:false,”full_screen_height”:””,”parallax”:false,”bleed”:””,”ken_burn”:””,”overlay”:””,”breadcrumbs”:false,”white”:true},”title”:”Io e Adriano finalmente padri, grazie ai soldi per l\u2019utero in affitto”},”section_5ZtkF”:{“component”:”hc_section”,”id”:”section_5ZtkF”,”section_width”:””,”animation”:””,”animation_time”:””,”timeline_animation”:””,”timeline_delay”:””,”timeline_order”:””,”vertical_row”:””,”box_middle”:””,”css_classes”:””,”custom_css_classes”:””,”custom_css_styles”:””,”section_content”:[{“component”:”hc_column”,”id”:”column_vtfQF”,”column_width”:”col-md-12″,”animation”:””,”animation_time”:””,”timeline_animation”:””,”timeline_delay”:””,”timeline_order”:””,”css_classes”:””,”custom_css_classes”:””,”custom_css_styles”:””,”main_content”:[{“component”:”hc_wp_editor”,”id”:”Xhugf”,”css_classes”:””,”custom_css_classes”:””,”custom_css_styles”:””,”editor_content”:” Una coppia gay racconta la sua storia. 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