INTRODUZIONE
Il Messico è uno Stato Federale, nel quale ogni singolo Paese che forma l’Unione ha un proprio Codice civile, penale ed una propria magistratura.
La gestazione per altri non è regolata in tutti gli Stati, bensì solo in quelli di Tabasco e Sinaloa dove, dalla fine del 2016, è permessa ai soli cittadini messicani.
Tuttavia, in alcuni Stati la gestazione per altri non è regolata né tantomeno proibita. Ed è così che a Città del Messico, capitale Federale e Stato dell’Unione, la maternità surrogata è ancora praticata con ampie garanzie giuridiche, posto che, sulla base di quanto stabilito dal Codice Civile locale e dalla Costituzione messicana si ottiene, mediante sentenza, il riconoscimento del rapporto genitori ale tra i genitori intenzionali e i bambini nati da maternità surrogata.
Tale pratica, in essere dall’inizio del 2018, permette, in base a quanto disposto dalle leggi messicane sul diritto alla procreazione, a qualunque persona di essere riconosciuta come genitore (e per tanto a single, coppie etero e omosessuali). Gli unici requisiti richiesti sono l’assenza di carichi penali pen denti e la possibilità di dimostrare di avere i mezzi economici per educare e crescere il minore. Nel caso delle coppie, inoltre, affinché la filiazione venga riconosciuta direttamente in favore di entram bi sarà necessario dimostrare di essere uniti in matrimonio o da altro tipo di vincolo civilistico (unioni civili).
Come si può rilevare, l’iter non si discosta molto da quello nordamericano e il procedimento giudiz iale inizia in corrispondenza della gravidanza.
Al pari degli USA, anche in Messico vige lo ius soli, ciò implica l’ulteriore vantaggio di ottenere di diritto la cittadinanza e il relativo passaporto messicano per il neonato, grazie al semplice fatto di essere nato sul suolo messicano.
LA REGOLAMENTAZIONE DELLA MATERNITÀ SURROGATA IN MESSICO, NORMATIVE SECON DARIE ESPRESSE E VUOTI LEGISLATIVI
Come già anticipato, nello Stato messicano, a livello federale non esiste regolamentazione espres sa in materia di filiazione, maternità o paternità nel caso in cui si faccia ricorso alla tecnica riprodut tiva di gestazione per altri. Uniche previsioni legislative di ordine penale espressamente previste sono quelle dell’art. 466 “legge generale della salute”, dal quale derivano due proibizioni: a) divieto di inseminazione artificiale in una minore di età o in un soggetto dichiarato incapace di intendere e volere;
- b) divieto per una donna sposata di acconsentire e farsi fecondare artificialmente senza il consen so del proprio marito.
A livello locale, in alcune legislazioni statali in tema di famiglia si trovano regole espresse in merito alle tecniche di riproduzione e inseminazione artificiale, anche se non tutte si riferiscono espressa mente alla maternità surrogata.
In merito alla gestazione per altri, una previsione legislativa locale espressa si trova nel Codice civile dello Stato di Tabasco, nel quale si ammette il ricorso alla maternità surrogata solo per i cittadini messicani, sia se la gestante apporta il proprio ovulo o no, e si prevede il riconoscimento della genitorialità in capo alla coppia committente. Al contrario, nel Codice di famiglia dello Stato di San Luis Potosì, la maternità surrogata viene considerata inesistente, con la conseguente attribuzione della maternità alla donna che partorisce.
Tuttavia, per tutti gli Stati in cui manca una normativa espressa in materia vige un precedente emesso dal “Maximo Tribunal Costitucional”, massima autorità giurisprudenziale dello Stato Federale messicano, entro il quale si spiega come l’assenza di una regolamentazione nelle leggi secondarie non deve essere intesa come un ostacolo al riconoscimento, alla protezione e alla validità dei diritti fondamentali della persona.
Così, in riferimento ai bambini nati da maternità surrogata deve essere analizzato come stabilire la parentela del minore coinvolto in causa, tenendo in considerazione “sempre” il suo “interesse superiore”. Con particolare riferimento alla donna gestante, il Tribunale Costituzionale ha dichiara to come la donna che per sua libera volontà si impegna ad aiutare altre persone a diventare geni
tori, mediante la maternità surrogata, lo fa attraverso l’esercizio del proprio diritto allo sviluppo della personalità, considerato un diritto fondamentale. In altre parole, il libero consenso e la libera messa a disposizione da parte delle donne gestanti a partecipare ai programmi di maternità surrogata dev’essere considerata come esercizio della propria “autonomia personale”. Da qui, negli ultimi anni, si è venuta a creare un’importante casistica giurisprudenziale favorevole alla gestazione per altri, soprattutto in Stati come Città del Messico, nella quale vengono riconosciuti i rapporti di filiazione tra i bambini nati da maternità surrogata e i genitori committenti anche non messicani.
CITTÀ DEL MESSICO
La giurisprudenza del Tribunale superiore di giustizia in merito alla maternità surrogata prati cata da coppie eterosessuali
In città del Messico, negli ultimi anni, sono stati numerosi i casi di ricorso alla maternità surrogata da parte di coppie eterosessuali e non solo, che hanno contribuito alla creazione di un’importante giurisprudenza in materia. Con particolare riferimento alle coppie eterosessuali, dalla giurispruden za del Tribunale superiore di giustizia di Città del Messico emerge, in linea con quella che sono le disposizioni normative e la giurisprudenza costituzionale in materia, come venga dichiarata validità giuridica agli accordi di maternità surrogata e venga riconosciuto il rapporto di filiazione tra i nati e i genitori committenti. Infatti, secondo la giurisprudenza ai coniugi deve essere riconosciuto il diritto di decidere liberamente, in modo informato e responsabile, se procreare e quanti figli avere. Quanto appena detto, rientra nell’ambito della propria libertà di vita privata e personale, nella quale non può essere fatta ingerenza arbitraria da parte dello Stato, allo stesso modo, i coniugi hanno il diritto di utilizzare qualsiasi metodo di riproduzione assistita non vietata dalla legge per realizzare la loro discendenza, sfruttando i benefici messi a disposizione dalla scienza medica, grazie al progresso scientifico e tecnologico.
In città del Messico, l’assenza di una regolazione specifica su come stabilire la filiazione di un bambi no nato da maternità surrogata, non è per la giurisprudenza un ostacolo. Anzi, si sottolinea come debba essere presa la decisione che più tutela i suoi interessi.
Secondo la giurisprudenza, nel contratto di maternità surrogata stipulato tra le coppie committen ti e la madre surrogata, che deve essere maggiore di età e capace di intendere e di volere, debba essere espresso un consenso libero, così come stabilito dall’art. 1803 del Codice civile di Città del Messico, prestato per iscritto e autenticato.
Infine, in base agli accordi di maternità surrogata, lecitamente stipulati e la cui validità venga accer tata dal giudice, deve essere riconosciuto il rapporto di filiazione tra i bambini e i genitori commit tenti che negli accordi surrogatori abbiano manifestato la volontà di essere genitori, altrimenti, risulterebbe violato il diritto all’identità personale dei minori.
IL TRIBUNALE SUPERIORE DI GIUSTIZIA: UNA LINEA GIURISPRUDENZIALE ANALOGA ANCHE PER I SINGLE
Sulla stessa linea decisionale resta la giurisprudenza delle Corti di Città del Messico anche se alla maternità surrogata fanno ricorso i single. Infatti, il Tribunale superiore di giustizia esprimendosi sulla validità degli accordi di maternità surrogata stipulati tra le donne gestanti e soggetti single, ne ha riconosciuta la validità se stipulati in modo conforme alla legge ed espressivi della volontà delle parti. Fondamento di questa giurisprudenza resta sempre il già citato art. 4 della Costituzio ne, il quale prevede che “tutte le persone hanno il diritto di decidere in forma libera, responsa bile e informata su quanti figli avere”, utilizzando le tecniche di riproduzione messa a dispo sizione della scienza per dare seguito alla propria discendenza. In particolare, si sottolinea come al fine di riconoscere un rapporto di filiazione tra un genitore committente single e il bambino/a nato da maternità surrogata, è necessario che il genitore intenzionale manifesti la sua volontà procreativa. In sostanza, al fine di tutelare al meglio il superiore interesse del minore e rispettare la sua identità personale, la giurisprudenza in materia valorizza quella che viene definita dalla dottrina mondiale come “genitorialità intenzionale”, ovvero il rapporto di filiazione va riconosciuto tra i bambini e colui che ha espresso la volontà di essere genitore.
L’INTERVENTO DELLA SUPREMA CORTE DE JUSTICIA DE LA NACIÒN IN MERITO ALLA MATER NITÀ SURROGATA PRATICATA DALLE COPPIE OMOSSESSUALI
Sul tema della maternità surrogata in Città del Messico, si è espressa anche la Suprema Corte de Justicia de la Naciòn, organo di rilevanza costituzionale, sottolineando come l’assenza di una regola mentazione in materia da parte delle normative secondarie non impedisce di dichiarare la validità giuridica degli accordi e riconoscere i rapporti di filiazione che ne derivano, tutelando il riconosci mento alla protezione e al rispetto dei diritti fondamentali della persona. Nello specifico, oltre a riconoscere validità giuridica agli accordi surrogatori quando espressivi della volontà delle parti e stipulati nel rispetto della legge, la giurisprudenza costituzionale impone il riconoscimento del rapporto di filiazione tra i bambini nati e chi ha manifestato la volontà di esserne genitori. Solo quest’ultima decisione può tutelare al meglio il superiore interesse del minore e concedere tutti i diritti ai bambini nati dalla tecnica surrogatoria. Importante è specificare come nei casi in cui alla tecnica abbia fatto ricorso una coppia omosessuale, la stessa Corte ha sottolineato come deve essere riconosciuto il rapporto genitoriale tra i bambini ed entrambi i genitori committenti, con la relativa iscrizione nel certificato di nascita di entrambi, essendo quest’ultimo passaggio essenziale per il corretto rispetto dell’interesse del minore, in quanto è essenziale riconoscere i suoi diritti e privilegiare e formalizzare il rapporto genitoriale nei confronti di tutte e due i soggetti che hanno manifestato la volontà di volersene prendere cura. In altre parole, indipendentemente da chi abbia apportato il materiale biologico, i genitori committenti uniti civilmente nell’ambito delle coppie omossessuali, devono essere riconosciuti quali genitori del bambino nel certificato di nascita, altri menti risulterebbero violati direttamente i diritti dei bambini.
CONCLUSIONI
Si può affermare, che ormai in Messico si può diventare genitori mediante la maternità surrogata con ampie garanzie giuridiche e sanitarie. Difatti, Città del Messico è una delle metropoli più grandi al mondo e vero motore economico del paese ed in generale dell’intera America latina. Ê, pertanto, facile per cittadini europei riuscire a trovare cliniche di altissimo livello a prezzi molto inferiori di quelle americane o canadesi. L’insieme dei suddetti elementi e caratteristiche, sta convertendo il Messico in una meta ambita e sempre più richiesta da qualsiasi tipo de persona che desidera diven tare genitore, siano essi single, sposati ed a prescindere del loro orientamento sessuale. Una vera e propria rivoluzione sociale che sta cambiando radicalmente una società sempre più aperta e, in molti casi, più coraggiosa di molte realtà europee ed occidentali.
1 Tribunal Superior de Justicia de la Ciudad de Mexico, 27, Febbraio 2020, n. 161/2020,
2Tribunal Superior de Justicia de la Ciudad de Mexico, 28, Giugno 2019, n. 300/2019